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Spiritualità (5)

Teologia e spiritualità. Si incontrano e anche si separano. Almeno sotto l’aspetto metodologico sono diverse.

La teologia è, fondamentalmente, il discorso (logos) su Dio (theos). Spesso è la ricerca su Dio, e la riflessione conseguente. L’uomo pronuncia il proprio pensare Dio: la sua esistenza, la sua essenza, la sua opera. E’ uno sforzo di scoprire Dio, di svelare lo sconosciuto con l’aiuto del ragionamento. E’ il rivolgere la ricerca e la riflessione sul massimo degli oggetti della ricerca umana: Dio.

La spiritualità (che non è teologia spirituale) si colloca sul versante del vivere Dio: questo si riferisce alla spiritualità cristiana, e, per una certa analogia, alle spiritualità ebraica e islamica.

La teologia attua un parlare su Dio. La spiritualità un vivere in Dio. La prima è esterna al suo oggetto di ricerca, la seconda è intima a Dio, non più (o non solo) oggetto di ricerca, ma ambiente di vita. La teologia arriva, se riesce ad arrivare, a Dio; la spiritualità parte da Dio e in Dio vive.

Quando il nostro cuore si incontra con lo Spirito Santo e vive di lui, allora può fermarsi a parlare dello Spirito, lasciandosi penetrare da lui. Non è più il Dio vivisezionato - anche nobilmente - dall’intelletto, ma il Dio accolto, vissuto, goduto dal cuore. Le idee sono superate dalla vita; la riflessione è vinta dall’abbandono in Dio. La luce è trasfusa nel calore, che presuppone la luce, anche quando non sa da dove si irradia la luce e il calore, poiché la luce non è quella dell’occhio dell’uomo, ma quella della vita di Dio.

Le preziose funzioni della teologia e della spiritualità rimangono su piani diversi.

GCM 16.05.05