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Spiritualità (2)

Spiritualità e teologia, pur essendo diverse, si richiamano.

Infatti la ricerca teologica include due movimenti: uno - con prospettiva creaturale - ascendente e uno discendente. L’ascendente va verso Dio, con il desiderio di scoprirlo. Il discendente viene da Dio che si è già svelato, e ne sonda la bellezza e la ricchezza.

L’ascendente cerca di svelare il mistero, partendo dai riflessi di Dio, quali sono la creazione e il desiderio umano di rassicurarsi con un punto di riferimento stabile e di essere appagato nel bisogno di felicità.

Il discendente apre gli occhi nel Dio già ampiamente svelato, soprattutto in Gesù, e ne ammira l’insondabile ampiezza e bellezza. Questa è la posizione che ormai è generalizzata tra i teologi cristiani.

Sappiamo che chi accetta Gesù, non gode della piena luce. Gesù richiede a noi l’attivazione di tutte le nostre capacità psichiche: l’intelligenza, il cuore e la fede. La fede principalmente, che non teme il mistero, il quale spesso appare come contraddittorio e assurdo per il senso critico umano.

La critica razionalistica e positivistica pone la fede in un gradino inferiore alla ragione. Non s’accorge - e in ciò non è critica - che i grandi passi di scoperte umane sono guidati dall’intuizione dei geni, non dai balbettamenti delle cattedre. Il genio “crede” nella propria intuizione, prima di depositarla nei laboratori della ragione.

La fede in Dio è sopra la ragione e si mantiene sopra, non per acriticità, ma per non privarsi della bellezza del nuovo ambiente scoperto. E’ poesia.

GCM 16.05.05