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Accompagnatore

Gesù desidera cambiare il nostro essere. Trasformare il cuore di sasso in un cuore di carne, la dura cervice in un cervello plastico, la sovrastruttura errata e peccaminosa in primeva essenzialità e gioia.

Per scrostare le stupide sovrastrutture concretate dall’educazione, dalla società e dalla personale perversità, ci promette e concreta il bagno dello Spirito Santo, battesimo catartico di fuoco.

“Vi manderò un altro paraclito”.

Paraclito: è anche “consolatore” e “avvocato”. Oggi è usato, correntemente, un termine che mi sembra più appropriato: “accompagnatore”.

Ricordiamo l’angelo che accompagna Tobia, gli impartisce indicazioni opportune e utili, e gli presta aiuti indovinati.

“Un altro” accompagnatore. Gesù, quindi, è il primo accompagnatore, maestro, guida, benefattore. Un altro è parallelo e quasi copia del primo.

Molti lamentano che lo Spirito è poco conosciuto. Tralasciamo di parlare del fatto che la “conoscenza” di Dio non si riduce a un’azione semplicemente cognitiva. Però se lo Spirito è “un altro”, tutto ciò che il Vangelo dice del primo, lo dice anche del secondo. Il Vangelo quindi non è il racconto e descrizione soltanto di Gesù, e tramite suo del Padre, ma anche descrizione del nuovo accompagnatore.

Anche questi ci dice la verità del Vangelo e compie i miracoli del Vangelo. Anche questi ama e consola e purifica.

Il “Vangelo di Gesù Cristo”, come è definito da Marco, è anche il Vangelo dello Spirito.

Proprio perché il Vangelo deve essere “conosciuto”, ossia sperimentato, è il Vangelo dello Spirito, che attua questa esperienza.

GCM 01.05.05