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Lectio divina

Durante la lectio divina si soffre talvolta di un disturbo noioso: persone che intevengono per obiettare, magari su argomenti fuori tema in quel raduno. L’atmosfera si turba e, quasi, il senso di preghiera è offeso.

La lectio divina è accostamento alla presenza di Dio fatta parola. E’ preghiera, ossia dialogo sereno con il Padre.
E’ tanto dialogo, da sentire prima di tutto Gesù e il Padre che ci parlano.

La lectio è ascoltare Dio, scrutarne la parola, gustare quanto ci viene comunicato, e scoprirlo adatto e utile al nostro dialogo con il Padre.

L’atmosfera è quella del colloquio, che si inizia acoltando e capendo ciò che ci viene detto. Purtroppo la mia esperienza quotidiana mi fa costatare come, otto volte su dieci, le mie frasi non sono comprese dalle persone con cui parlo.

Quando parlo non sono ascoltato, e poi inteso, e poi capito, né tanto meno compreso. Questo atteggiamento degli altri nei miei riguardi, è utilizzato anche nei riguardi di nostro Padre.

Non sappiamo ascoltare. Mentre la lectio divina è, fondamentalmente, un aiuto reciproco per ascoltare e comprendere la parola del Padre.

Una volta compresa, essa penetra in noi. La Scrittura dice: la Parola di Dio è viva e produce effetti, poiché penetra in noi come una spada che si inserisce fino nel punto dove si divide lo spirito dalla vita animale e fa discernere i sentimenti e i pensieri del cuore (cfr Eb 4,12).

La lectio ha lo scopo di aprire a questa penetrazione della parola di Dio, che ci aiuta a capire, dove stanno le idee che sorgono dalla nostra povera umanità, e dove stanno le parole dello Spirito.

GCM 14.11.10 , pubblicato 12.01.11