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Fratelli, sorelle, madre

“Ecco mia madre, i miei fratelli, le mie sorelle”. Gesù questo dice, quando Maria e i parenti vogliono parlare con lui. In altra parte del Vangelo troviamo scritto, che Maria e i parenti si lamentavano perché Gesù “era fuori”. Alcuni pensano che quell’”era fuori” si traducesse come “era fuori di testa”. In realtà i suoi lo volevano riportare “dentro” nella cerchia familiare.

Allora si comprende la risposta di Gesù. La cerchia familiare non è più quella di Nazareth. Gesù vede che la cerchia familiare sta dilatandosi. Non le strettoie di Nazareth, ma il mondo. Non le esigenze della carne e del sangue, ma l’apertura al mondo. La vera sublime famiglia allargata: il mondo. Dio è Padre di tutti.

Di tutti?

Gesù specifica: per essere madre, fratello e sorella di Gesù, è necessario si attui una condizione.

“Chi fa la volontà del Padre”. E’ facile, quindi. In quel momento, molti stavano facendo la volontà del Padre, facevano infatti ciò che il Padre aveva deciso: ascoltavano e seguivano Gesù che parlava. Tutto ciò che Gesù diceva, era un ripetere ciò che il Padre gli aveva comunicato.

Siamo fratelli di Gesù, sue sorelle, suoi familiari, perché semplicemente ascoltiamo Gesù, mentre le sue parole avvincono. Il Vangelo, letto con interesse e con affetto, è introduzione nella famiglia di Dio. L’amore al Vangelo è compiere la volontà del Padre, è diventare (o confermare di essere) madre, fratello e sorella di Gesù.

Pochi cattolici sono convinti del valore del Vangelo e di ogni “lectio divina”.

GCM 19.07.11, pubblicato 24.10.11