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Apocrifi

Oggi corre la moda di screditare i Vangeli con l’affermazione del valore, attribuito ai cosidetti libri apocrifi. Apocrifo è un libro segreto, non conosciuto, eppure stimato come autentico. Autentico come?

Non perché rimasto sconosciuto e poi svelato: gli apocrifi sono stati presenti lungo i secoli, e hanno anche influito sulla pietà popolare e sull’arte.

Neppure, giudicato senza valore letterario o culturale: gli apocrifi esprimono una situazione culturale del tempo in cui sono stati scritti. Non si nega, in toto, il loro valore.

In realtà essi sono libri non necessari per la fede in Gesù. Si può perfino credere ad essi, quale documentazione del pensiero di una cultura. Per la fede nostra in Gesù, essi sono del tutto indifferenti e superflui.

La critica agli apocrifi (dell’Antico e del Nuovo Tetsamento) riguarda sia la loro attribuzione (sono proprio di Tommaso, per esempio, o di altri?), sia la loro “obbligatorietà” per la fede (il non crederci o il crederci è, per la fede, del tutto ininfluente).

La critica sull’attribuzione all’autore è stata usata anche per i libri canonici, ossia riconosciuti dai cristiani, del Nuovo Testamento.

Certamente l’attenzione si rivolge a quella affermazioni degli apocrifi, che non possono armonizzarsi con quanto è espresso nei testi canonici. In questo caso, la critica non muova da considerazioni stilistiche o storiche, ma esclusivamente dalla Scrittura autentica. E’ una critica supportata dalla fede. Essa non è agevole, eppure è necessaria per la fede.

E’ lecito meravigliarsi di quei cristiani, che conoscono gli apocrifi, senza aver ancora letto i quattro Vangeli.

GCM 07.05.11, pubblicato 14.07.11