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Salvezza tra i seduti

Gesù stava esercitando il suo mestiere, la sua funzione: parlare alla gente, comunicare la verità e la realtà di Dio. Parlare.

Stava insegnando. Attorno a lui molte persone, sedute in ozio, per ascoltarlo. Ascoltare: è la nostra posizione che Dio preferisce. Anche quando Gesù è ospite nella casa di Lazzaro, esprime la sua chiara preferenza per Maria, oziosa, su Marta, indaffarata.

Dunque, Gesù stava insegnando. Fuori dell’ambiente nel quale Gesù parlava, si erano presentati sua madre, i suoi fratelli e le sue sorelle.

Non solo Gesù non li accetta, ma li rifiuta completamente: madre, fratelli e sorelle sono coloro che gli stavano accanto e lo ascoltavano.

Si stava formando una nuova famiglia, la famiglia di Dio, che stava attorno e riceveva la parola. La prima famiglia e il parentado avrebbe avuto valore presso Gesù, soltanto se si fosse messa a sedere per ascoltare la sua parola.

Dentro, oziosi, ascoltavano; fuori, agitati, pretendevano.

Perché i privilegiati, come Maria di Betania, erano quelli che ascoltavano? Lo dice chiaramente Gesù: “Perché fanno la volontà di Dio!”.

Ci siamo dimenticati che la volontà di Dio comincia dall’ascolto. Un ascolto mai dato per scontato, ma vivo sempre, rinnovato ogni giorno. Il più importante “fare” è restare immobili nell’ascolto.

Gli altri “fare” vengono dopo, e sono la naturale conseguenza del “fare” iniziale. Un “fare” senza la radice della parola è un  fare orfano, sebbene Dio lo possa valorizzare. Però esso può rasentare l’affaccendarsi, l’agitarsi come la mosca nella tazza di latte.

Nell’ascolto, la nostra salvezza.                        

GCM 26.02.10