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Luca 7

Abbiamo visto che la verità di Dio, da sempre, ossia fin dalla creazione, serpeggia nell’universo e in terra.

Persone, dotate di particolare sensibilità ed intuizione, tentano di scoprirla. Nascono i filosofi, i poeti, gli scienziati, i profeti e i teologi. Tutti costoro non creano, ma scoprono, o svelano, la verità seminata nel mondo.

Quando nella pienezza dei tempi (come usa dire) arriva Gesù, la sua sensibilità acutissima e il suo essere impregnato di Dio, lo abilitano a vedere la verità nel suo apice e nella sua radice. Perciò è fondamento e cima di ogni verità del mondo, e completa, e anche corregge, ciò che della verità eterna hanno scoperto gli uomini. Egli si oppone a quelle enormi sviste, che sono gli errori, soprattutto gli errori che riguardano la scoperta della verità su Dio. Addirittura egli penetra lo sguardo in Dio stesso, fino a vedere la sua nascosta costruzione: le tre Persone, che sono un unico Dio.

Ogni verità (la realtà è una verità resa tangibile) attende Gesù che la confermi e la autentichi. Tutta la Sacra Scrittura prima di Gesù  è illuminata e interpretata dal punto culminante della stessa Sacra Scrittura, che è proprio Gesù.

Ogni verità che l’uomo riesce a scoprire (nota: scoprire, non creare!) ha un suo rapporto necessario, talvolta nascosto, con la verità che Gesù rivela.

La Sacra Scrittura scritta dopo Gesù, è il paradigma assoluto, al quale ogni scoperta umana deve riferirsi.  Conoscere quindi la Sacra Scrittura, soprattutto quella successiva a Gesù (Vangeli e altri scritti), significa non solo sapere a che cosa credere, ma anche consultare il codice per giudicare il valore o il disvalore morale e salvifico, della realtà e delle scoperte dell’uomo. Il Vangelo è la sapienza di ogni sapienza parziale.

GCM 23.05.10 - pubbl 31.07.10