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In quel tempo

“In quel tempo Gesù disse”. Questa frase inizia quasi tutte le proclamazioni del Vangelo durante le Messe.

In quel tempo. Perché la sottolineatura proprio del tempo, quando la parola di Gesù è sempre efficace? Perché la sottolineatura del tempo, quasi per indicare che le parole di Gesù valevano soltanto per allora?

Il tempo era necessario a Dio se un uomo doveva manifestarlo. Ma quel tempo era necessario all’uomo, non alla rivelazione di ciò che Dio è da sempre, per sempre.

Una cosa è la manifestazione di Dio agli uomini; altra è la realtà eterna, sempre presente e operante di Dio. Il Padre opera sempre, e “si serve” del tempo e dello spazio per donare i segni della sua manifestazione.

Il prima, durante e dopo Cristo, non confina l’opera di Dio, ma indica il punto-culmine della rivelazione di quel Dio, che è sempre Dio, e non abbisogna di tempi per “diventare” altro o di più.

Troppo ci hanno ingannato con l’arrestarci alla “storia “ di Gesù, e non lasciarci librare nel suo significato e nella sua missione.

Ci interessa meno ciò che accadde “in quel tempo”, di quanto il valore di Cristo è sempre, e la “qualità” di Dio nell’amare e nel salvare è insita nello stesso suo essere.

Quel tempo è una luce di eternità, che rischiara questo tempo, e ogni tempo. Ma la redenzione del tempo, è solo una parte della redenzione totale.

Io propenderei per togliere il “In quel tempo disse” e sostituirlo con un “Gesù ci sta dicendo” o con qualunque frase che indichi la presenza di Gesù.

GCM 26.10.10, pubblicato 29.12.10