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Grazia da sempre

“Carissimi, noi siamo chiamati figli di Dio e lo siamo realmente”. Questa frase, sotto l’azione dello Spirito Santo, è stata scritta per noi (come si esprime l’inizio dell’opera), per nutrire la nostra fede, e la nostra gioia di risorti nel Risorto.

La stessa frase può anche essere letta, e forse più correttamente, così: abbiamo avuto la chiamata a essere figli di Dio, e lo siamo diventati. La chiamata è dall’eternità, prima che il mondo fosse forgiato. La “mente” di Dio, che aveva stabilito da sempre l’incarnazione del Verbo a compimento della Creazione,nel Verbo aveva considerato l’esistenza di ogni uomo, figlio di Dio.

La Scrittura descrive la creazione del mondo, come preparazione per una dimora dell’uomo. E l’uomo è preparato per essere la dimora del Verbo. Con il Verbo nel cosmo dimora il Padre. Dio, creando si è preparato la propria dimora dentro la stessa creazione, per essere presente nelle proprie opere, non solo con l’effetto della sua potenza (“i cieli narrano la gloria di Dio”), ma con la stessa sua presenza: come in cielo, così in terra!

Il nostro essere figli di Dio, pur essendo un privilegio, è una conseguenza del disegno eterno di Dio. Ho l’impresisoine che far dipendere l’incarnazione del Figlio dalla presenza del peccato per riequilibrare l’umanità con un antipeccato (grazia), sia come indicare in Dio un secondo piano di azione nel mondo, condizionato dal peccato degli uomini. Mentre il vederci in Dio, prima dell’edificazione del cosmo, come dice S. Paolo, mostra tutto come parte di un unico grande disegno di Dio, che si attua nonostante la disgraziata deviazione del peccato. La grazia è da sempre, perché la grazia è dono.

GCM 13.05.10  -  pubbl. 16.07.2010