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Vicino

Nelle parole, che i Vangeli attribuiscono a Gesù, troviamo l’avverbio “vicino” (greco: enghùs). E’ vicino a voi il regno di Dio.

Sappiamo che il “regno di Dio”, cioè la grandezza misericordiosa di Dio, si è resa vicina agli uomini, anzi ha penetrato nel cuore degli uomini, incarnandosi in uno di essi: Gesù.

Perciò in Gesù la vicinanza di Dio, è un contatto indissolubile. Questo lo assicura la bellezza della nostra fede!

Esso, regno vicino nell’umanità, è Gesù stesso, che lo dimostra anche con i suoi miracoli, e, soprattutto, con il miracolo del perdono dei peccati.

Quando poi Gesù incarica i suoi discepoli, indica loro di proclamare: “E’ vicino a voi il regno di Dio”. Taluni pensano che voglia dire: ”Tra poco tempo sta per giungere il regno di Dio”. A me invece sembra che dica: “E’ presso a voi il regno di Dio”. Cioè è qui. Anche l’avverbio lo dice. Quel “vicino” non è un rimando, ma una constatazione.

E’ Gesù stesso che lo dimostra con i fatti. Realmente è lui il “regno” (la regalità misericordiosa e potente) qui presente.
E tale regalità è patente nella sua opera. Ai discepoli che incarica dell’annuncio trasmette la sua stessa regalità: vincere i diavoli, guarire gli ammalati, annunciare. Perciò essi stessi sono il regno di Dio, per delega sì, ma altrettanto attivo che in Gesù.

Noi siamo i discepoli di Gesù. La sua parola è divenuta per noi l’unica scuola. Con il battesimo e con la cresima ci è stato conferito lo Spirito Santo, e, con esso, il compito di annunziare Gesù.

Conseguentemente noi siamo il regno di Dio, oggi, nel mondo, nel seno di una società, che è l’ambito di Dio, anche quando si sforza di non riconoscere il Padre.

GCM 18.10.08