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Il Vangelo medicina

Se il Vangelo di Gesù, e perciò Gesù, fosse accolto e vissuto da tutti gli uomini, non ci soffocherebbero le guerre, la fame, la protervia. Allora si affaccerà la pace perenne, tutti avranno il necessario per vivere, i ricchi non opprimeranno i poveri, i governi dei popoli non saranno guidati da stupidi pretenziosi e ignoranti. Il mondo diventerà davvero la casa di Dio, dove tutti troveranno serena dimora.

Sarà il regno dei cieli, che contagerà la terra.

Invece anche oggi “il regno dei cieli soffre violenza, e i violenti lo depredano”: così ci afferma Gesù nel Vangelo. La violenza, figlia dell’egoismo, frutto della superbia.

Quando Gesù ci indica la via della bontà, corredata da povertà, non lo fa per sottometterci alla protervia degli uomini, che, aiutati e diretti da forze occulte, si appropriano del potere, bensì per sottometterci alla bontà clemente del Padre. L’umiltà di Gesù non può servire ad accompagnare la violenza degli uomini, ma ad armonizzarci con la gioia del Padre.

Il Vangelo solamente può guarire le malattie personali e sociali. E noi, cristiani, che abbiamo nelle nostre mani e nei nostri cuori, la medicina universale, siamo invece portati a “vergognarci del Vangelo” come dice Paolo di Tarso.

Quasi tutti adottiamo una subdola vergogna del Vangelo, quando lo annacquiamo. Il Vangelo indica il perdono, ma noi insistiamo nel condannare. Il Vangelo indica la castità, e noi accettiamo il sessualismo sregolato. Il Vangelo ci indica la preghiera, e noi abbandoniamo le messe. Il Vangelo ci richiama alla giustizia, e noi cerchiamo tutti gli ammennicoli e le eccezioni per turbare l’esercizio della giustizia. Vergogna del Vangelo.

GCM 01.07.09