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Fede e Vangelo

Alcuni sono sicuri che leggendo il Vangelo si giunge alla fede. E’ vero, ma non sempre.

Se ricordiamo come e quando i Vangeli sono stati scritti, intuiamo un percorso opposto.

Infatti i Vangeli non sono stati scritti subito dopo la risurrezione di Gesù. Il primo impulso degli uomini fu la fede in Gesù, dopo l’annuncio di chi l’aveva visto risorto. La risurrezione aveva come scioccato le persone, e la predicazione suscitava la fede in Gesù.

In un secondo tempo, la fede in Gesù suscitò il bisogno di conoscere la sua vita, e sorsero i Vangeli radicati nei ricordi che la fede della comunità aveva assimilato.

La storia ci indica un metodo. Dalla fede si va al Vangelo, per comprendere meglio e amare più intensamente quel Gesù, nel quale crediamo.

Leggere il Vangelo con fede e non per curiosità o per semplice apprendere.

La fede mi lancia verso il Vangelo, per chiarirsi e consolidarsi. Il Vangelo è più di un racconto, per quanto meraviglioso. E’ l’inoltro nostro in tutto Gesù, per cogliere di lui i palpiti, l’amore, le parole che introducono nel Padre.

Non si può pretendere che una lettura anodina del Vangelo produca automaticamente la fede in Gesù. La fede, unita all’amore per chi amiamo senza averlo visto, rende piena di Spirito Santo la lettura del Vangelo.

Allora ai dubbiosi, ai non credenti, agli scettici, è sconsigliabile la lettura dei Vangeli? No: è solo sconsigliabile a coloro, e oggi non sono pochi, che leggono il Vangelo per negare il Vangelo. Per gli altri, non credenti e non desiderosi di credere (già il desiderare di credere è fede!) la lettura probabilmente resterà insipida.

Per noi che crediamo, la lettura del Vangelo aumenta il sapore di Gesù.

GCM 25.09.09