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Libri e Bibbia

Oggi molti leggono libri, anche preziosi, che ripetono, in altri termini, le verità che troviamo chiarissime nel Nuovo Testamento. Altri ricorrono alle apparizioni, che, fondamentalmente, ribadiscono il Vangelo o i dogmi cattolici.

A molte persone, ignoranti della Parola di Dio, questi libri e queste apparizioni possono recare luce e giovamento.

Però se lo stesso tempo impiegato per leggere certi libri pii o per recarsi nei pellegrinaggi, fosse dedicato alla quotidiana scoperta della Parola di Dio, la loro fede si solidificherebbe a dismisura.

La Parola di Dio è riscoperta sotto nuove prospettive, più arricchenti, ogni volta che la leggiamo, accompagnati dallo Spirito Santo.

Libri e apparizioni, per quanto preziose, sono come l’acqua contenuta in bottiglie di plastica, a confronto della fonte fresca e pulita della Parola di Dio e di quanto questa parola ce la fa meglio comprendere.

C’è solo da scegliere: fonte o acqua imbottigliata.

La responsabilità, almeno in parte, di questo abbandono della fonte, per scavarsi cisterne screpolate - come si esprime il Profeta - è dell’organizzazione ecclesiastica, affetta da lunga sindrome di controriforma.

Per lungo tempo, la gente accostò della Parola di Dio, soltanto quei pochi brani che udiva durante la messa: e questi annunciati in latino.

L’invenzione del Vaticano II di riportare il Vangelo e la Bibbia all’interesse dei fedeli, fu posta, ancora una volta, nelle mani di quel clero, che sentiva ancora molto di Concilio di Trento.

GCM 18.08.08