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Allarmi inutili

Alcuni temono di esser sempre aggrediti. Vivono in perenne guardia e paura.

Se si chiede a qualcuna di simili persone di dirci l’ora esatta, essa non comunica l’ora, ma si allarma dicendo: “Non sono in ritardo, ho dovuto sgobbare tutto il giorno, e sono pronto al lavoro...” e giù di lì. Una semi tragedia, invece di rispondere semplicemente “Sono le sei”.

Questa paura di essere aggrediti l’ho riscontrata ultimamente riguardo a quelle risposte, date ad alcune interrogazioni, della Congregazione della Dottrina per la fede. Una risposta che ripeteva le cose di sempre, riassunte dal Concilio Vaticano secondo sulla Chiesa cattolica.

Chi è tranquillo della propria fede, ha letto con calma e con un lieve distacco, le parole della Congregazione. I meno sicuri della propria fede (o coloro che si dichiarano senza fede: sarà poi vero?) si sono allarmati. Essi hanno confuso la questione “Chiesa” con quella di “Religione”. Non è, infatti, una guerra di religione, ma un semplice chiedere a se stessi la descrizione del proprio stato.

In realtà le domande rivolte erano riassunte in un semplice: ”Chi sono io, in quanto cristiano cattolico?”. Inutile alzata di scudi da parte dei cosiddetti “libertari”, i quali pretendono di avere una Chiesa non libera neppure di rispondere alla domanda “Chi sei?”. Proprio come: ”Che ora è?”.

Paura che venga calpestato il proprio orticello ideologico, cintato ogni giorno più gelosamente. Paura che le affermazioni fatte da altri, rendano incerte le nostre deboli idee, costruite - secondo criteri personalistici e, spesso, esclusivistici - con anni di intenso lavoro, di poco riflessione, e di molta emozione.

Paura, che verrebbe fugata, se fossimo convinti delle nostre idee, tanto da porle a confronto con quelle di altri.

GCM 16.07.07

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