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Fede in me

Il riconoscere che la fede è sopra la religione e la cultura, non è un esaltare la “mia” fede e proclamare la “mia” superiorità. Se mi presento come uomo religioso o uomo di cultura, allora mi sarebbe possibile sistemarmi su una scala di importanza: la mia religione è vera e le altre sono false, la mia cultura occidentale è superiore a quella islamica.

La fede è “mia” fede, solo perché Dio me l’ha trasmessa. Se lui ritira da me il suo Spirito, generatore della fede, io sono un nulla davanti a lui, e per reggermi in piedi non mi resta che ricorrere alla mia religione o alla mia cultura, assolutizzandole mentalmente al posto della fede.

Un assoluto costruito da me, è sempre un bluff, e un misero prodotto molto relativo.

Io non mi sento di togliere la condizione di assolutezza alla fede, poiché essa viene da Dio. La fede è mia esigenza naturale; ma quando essa è investita da Dio, dalla sua Parola, da suo Figlio, allora essa, pur restando mia, non è più soltanto mia, ma dono possesso campo di Dio.

Credendo secondo lo Spirito di Dio, ogni opera che deriva dalla fede e in essa si radica o si inserisce, è elevata in Dio da Dio. La mia contemplazione di Gesù e la mia preghiera più profonda, quella che è chiedere e ricevere, sono talmente pervase dallo Spirito, che non le vivo più io, ma le vive Cristo in me.

Io, consanguineo di Gesù, porto nel mondo la presenza di Gesù, non a causa della mia abilità, ma perché irrorato e incaricato dalla sua grazia. Non ho nulla e posseggo tutto.

GCM 22.08.05


La Chiesa crede

Per grazia di Dio, la mia fede è la nostra fede. Io la sento, l’aumento, la raspo nel contesto degli altri, che vivono la stessa fede, dono dello Spirito Santo a ogni credente.

Di più: Io non godrei la mia fede, se essa non l’avessi attinta dalla comunità dei credenti, ossia dalla Chiesa. La mia fede in Dio viene da Dio, che la deposita nella Chiesa. La chiesa siamo noi, noi il deposito della fede in Gesù, poiché noi siamo il tempio dello Spirito.

Da quando Gesù ha radunato la “sua” chiesa, e ad essa ha affidato se stesso, per essere nell’umanità fino al termine del tempo, una fede senza chiesa è impossibile, poiché è impossibile un credere senza Spirito Santo.

Noi, chiesa, dalla chiesa riceviamo la fede, e, in quanto chiesa, siamo fonte della fede: “andate e predicate e battezzate” immergendo la gente nel bagno vivente del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Noi, chiesa totale: Gesù, gli Apostoli, i credenti. Credenti apostoli, evangelisti, gerarchi. La chiesa che prega per Pietro, perché ha bisogno della sua liberazione e della sua parola, come riferiscono gli Atti degli Apostoli.

E’ un gioco furbesco, quel “Gesù sì, chiesa no”. Furbesco e deleterio per chi lo imbastisce. Per grazia di Dio, il Gesù nella Chiesa, è così potente che straripa da essa e inonda ogni uomo, anche il renitente alla fede.

Guai a noi se rifiutassimo il Cristo totale, capo e membra, membra che abbisognano di esser confermate nella fede, e membra che hanno l’incarico di confermare nella fede. In base alla fede, si giocano anche il nostro amore e la nostra speranza.

GCM 23.08.05