Pregare 117.03.12 E’ difficile pregare il Padre? Non è semplice rispondere, anche perché la via al Padre è Gesù, sempre, e la via è ciascuna persona. Due strade uguali non si danno, sebbene possano correre analogie tra una strada e l’altra. Come la dotazione energetica di ciascuna persona è unica, così il modo di rivolgerci al Padre è irripetibile, anche se in ciascuna strada agisce lo Spirito Santo, lo stesso Spirito Santo. Eppure alcune costanti nella preghiera si possono rintracciare. La preghiera è un semplice e iniziale accorgerci di essere nel Padre, con Gesù. La preghiera è la gioia del nostro essere introdotti, in Gesù, nella Trinità. L’inizio della preghiera è accompagnato dal sorriso che fiorisce dall’accorgerci di essere in Dio, o con Dio. Pregare è trovarsi, o ritrovarsi se la preghiera è stata interrotta dal peccato. Trovarsi al proprio posto: nel Padre di Gesù. Questo iniziale sorriso di amore e di riconoscenza, ci immette nell’atmosfera di preghiera. Gustare l’atmosfera, sorridere di intesa con la Trinità. La gioia è la base della preghiera. Una gioia, che non necessariamente deve permeare i sentimenti, ma trasforma l’anima, riconoscente di trovarsi nell’atmosfera di Dio: l’atmosfera di Dio è il cielo, ossia la Trinità. Poi possono seguire silenzi, parole, richieste, ringraziamenti. Tutto è preghiera nell’atmosfera di Dio, perché - come dice Paolo - la preghiera è offrire la nostra umanità come sacrificio santo. La preghiera può diventare, e talvolta deve diventare, covivere con altri l’essere in Dio: è la preghiera in comune. Anche formule comuni possono essere usate. Perché noi siamo tempio di Dio, uniti dallo Spirito. GCM 31.08.11
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