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Ogni riposo

27.04.12

Mi ha colpito una frase : "Per male che vada, morirò. "

Da tutte le parti mi sento dire che il peggior del mali è la morte. Finché c'è vita, c'è speranza: si ripete.

Poi, a ben pensarci la prima frase è la più indovinata, per un cristiano. Infatti che cosa di più bello per un credente, che di colpo trovarsi nelle braccia del Padre?

Per molti il peggior dei mali è la morte, perchè non sanno che cosa avviene dopo. La morte, per loro, è il buio, quando non si può più operare. E' l'operare per una società frenetica, come la nostra, è l'unico modo per sentirci vivi.
Operiamo disperatamente anche nel giorno del riposo, durante il quale “Dobbiamo" andare ad assistere ad una partita di calcio, a visitare la mostra di pittura, a stancarci nello sciare, a trovare la suocera, e perfino "dobbiamo” andare a messa (però quest'ultimo è un dovere in diminuzione).

Il riposo indicato da Dio non è un optional. Sebbene non sia comandato in modo arcigno, esso è parte necessaria della vita, è una componente biologica, come il sonno.

Il Padre ha voluto corredare il nostro riposo con l'intensificazione della sua presenza. Infatti la domenica è il giorno del godimento della famiglia, del ritrovo più festoso e più intenso dell'incontro. Purtroppo molti di noi, ormai, escludono il Padre dal nucleo familiare. E forse anche l'esserci ridotti ad essere un numero di un' “assemblea liturgica” non favorisce troppo l'atmosfera di famiglia, quando ci incontriamo con nostro fratello Gesù e con nostro Padre Dio, nell'abbraccio dello Spirito Santo.

L'aver ridotto il riposo in una maratona di impegni diversi ha rovinato il caldo familiare della Trinità, caldo che ci viene trasmesso dalla presenza dei fratelli. Ma Dio non desiste nell’amarci.

GCM 19.01.12