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Il dono

02.04.12

Patisco un dispiacere, perchè non posso trasmettere sempre ciò che ho di più bello nelle mie mani.

Attorno a me ho incontrato e incontro molte persone, che mi apprezzano, che mi vogliono bene, e alle quali voglio bene. Un certo numero di esse mi lasciano però in pena. Esse mi donano molto, eppure mi impediscono di ricambiare, centuplicato, il dono. Cioè, non posso donare loro Gesù Eucarestia, Dio Trinità presente nell'Eucarestia.
E' una pena per me.

Io le vorrei felici della felicità di Dio, di quel Dio, che per unirsi a noi, si è fatto prima uomo e poi pane e vino. Vorrei che a tutti quelli che conosco e che mi accostano, io potessi donare Gesù, e con la Parola, e con il Suo corpo.

Dicono di non aver fede, che preferiscono esser coppia non benedetta da Dio attraverso il sacramento, di poter sballare con droga o con prostitute, di seguire teorie umane (filosofiche, romantiche o anche " religiose") ... Insomma non gli interessa Gesù.

Potrebbero essere felici con Dio nel cuore e preferiscono l'inconsistenza di idealismi, che essi si creano, pescando idee a destra o a manca. Povere creature, senza Gesù!

Fino a che le persone non raggiungono l'Eucarestia, non potranno sperimentare che cos'è la felicità di una vera speranza e di un autentico possesso.

Loro non felici, e io - sotto questo aspetto - triste per non poter seminare in essi la felicità di Gesù, che "via" attraverso cui muovono  tutti i passi del nostro camminare su questa terra.

Non poter donare Gesù a tutti non è facile sopportarlo.

GCM 16.02.12