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I tre momenti di pace

01.05.12

Verso la fine della messa noi attraversiamo tre momenti di pace, momenti nei quali la pace ci circonda e ci penetra.

Dopo avre pregato Gesù che ci trasmetta la pace, la sua pace, alcune azioni la realizzano.

La prima ha il valore sacramentale, unito alla parola, che, durante la messa, ha valore quasi creativo. Il presidente dona la pace di Dio ai presenti, e questi la donano al presidente. Dio è entrato quale pace nella famiglia radunata.

Forse pochi riflettono sul valore di questa pace, donata reciprocamente, per il motivo che credono si tratti di una semplice ritualità augurale, e non di un reciproco dono reale.

La seconda è la pace fisicamente trasmessa. Con la fisicità dell'abbraccio, o della stretta di mano o dell' "osculum sanctum" di cui parlava Paolo, il fremito di pace si comunica reciprocamente. Anche in questo caso non è una ritualità, ma un "segno" interno al mistero della messa, ché è il segno dell'opera dello Spirito Santo.

Il terzo momento di pace è il più efficace: Gesù che entra nei presenti, quel Gesù che è la fonte essenziale della pace (princeps pacis). Questo terzo momento sigilla indelebilmente la pace dentro il gruppo radunato nella Trinità. E' il sigillo perché ancora una volta Gesù è trasmesso dallo Spirito ai credenti.

Di questo profluvio di pace che cosa ne facciamo? Siamo anche noi parte di quelli, di cui il profeta dice: " Pax, pax et non erat pax"? Oppure, in Gesù, ci sentiamo trasformati, in quanto chiesa, una centrale  irradiante pace tra di noi e nel mondo?

GCM 14.02.12