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Eucarestia e tennis

      Se l’Eucarestia è vivere con noi il Padre, che prova la sua dolcezza senza fine per il Figlio e per i figli, la cosiddetta adorazione dell’Eucarestia, non è un prostrarci davanti a un grande, a un re, è unirci al Figlio nel suo perenne vivere l’unione con il Padre.

La Messa è gioia. E gioia sorridente è ogni incontro con Gesù nel tabernacolo. La permanenza di Gesù nelle chiese, della quale neppure i sacrestani si accorgono, è per lasciarci tuffare nella gioia del Padre, della quale l’Eucarestia è impregnata.
Tutta la vita, le opere, i sacramenti, sono derivanti dall’Eucarestia, e tutti si avvalgono della stessa gioia dell’Eucarestia. Paolo: “Offrite le vostre persone come sacrificio costante a Dio”. Le nostre persone sono fregiate dalla nostra primaria azione eucaristica. La vita cristiana è illuminata dalla luce, e dalle conseguenze, dell’Eucarestia.

Anche le nostre, inevitabili, sofferenze sono validificate dall’Eucarestia.

E i nostri passatempi, i nostri svaghi, i nostri perditempo, sono influiti e investiti dall’Eucarestia? Siamo Gesù, e come, quando cerchiamo e viviamo distrazioni e sollievo? Oppure gli svaghi sono parentesi pagane nel nostro vivere l’Eucarestia?

Paolo lo capisce: “sia che mangiate, sia che beviate, compite tutto nel nome del Signore”. Quindi si mangia e si beve dentro l’essenza di Gesù.

Non sembra strano il risolvere un cruciverba nel nome del Signore? Questo non è uno svago “nocivo” come l’ubriacatura. E’ uno svago che “costruisce o ricostruisce l’uomo”, non ruba energie e tempo al dovere, e quindi è vissuto nel nome del Signore.

“Godete sempre, lo ripeto: godete. Il vostro comportamento si svolga davanti a tutti. Il Signore è sempre vicino” (Paolo) 

GCM 27.08.11