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Eucarestia e religioni

Leggendo la Parola di Dio, come mi viene comunicata dagli Atti degli Apostoli, trovo una descrizione importante: i credenti e battezzati frequentavano in massa (omothimadion) il tempio per la preghiera comune nel loro territorio, aggiungendo a tale preghiera, in privato (nelle case) lo spezzare il pane, ossia la comunione con quel Gesù, che fu riconosciuto dai discepoli di Emmaus, non per i suoi discorsi, ma dallo spezzare il pane.

Due elementi sono chiari: condivisione della preghiera secondo l’ambiente religioso nel quale si trovavano, e perseveranza nello specifico cristico o gesuano.

Partecipazione e specificazione.

Il Concilio ha affrontato il tema dell’inculturazione del Vangelo. E la tradizione della Chiesa mostra l’adattamento del Vangelo nelle singole culture, assimilando, anche nella liturgia, elementi presenti e significativi della religione locale, assimilazione che ha caratterizzato le liturgie (mozarabica, gallicana, ambrosiana).

Oggi l’Europa si sta facendo musulmana. Come si pone il Vangelo in una nuova sensibilità religiosa? E’ possibile vivere il Vangelo in maniera musulmana?

Presso i popoli della religione etnologica, la cosa in molti casi è riuscita, e noi oggi ammiriamo i diversi culti africani nel proclamare e vivere Gesù Salvatore.

Ma con le religioni strutturate, come l’ebraica, la musulmana, lo zen o l’induismo (per non parlare delle grandi tradizioni indiche), quale compenetrazione è possibile, tanto da poter vivere l’Eucarestia e la preghiera musulmana?

La domanda è possibile, oppure è un pensiero deviante?

GCM 23.08.11, pubblicato 19.01.12