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Distrazioni

14.05.12

Una preoccupazione corre dentro molti devoti: come liberarsi dalle distrazioni durante le preghiere. Il desiderio di raschiare la ruggine delle distrazioni.

Troppi si straziano e molti di questi sentono l’obbligo di ripetere la preghiera, scevra da ogni distrazione. Eppure la distrazione (e non solo nella preghiera, ma anche quando camminiamo per strada, o guidiamo l’auto, o accudiamo ai lavori di casa) è una condizione legata alla struttura umana.

Allora ci si accorge che tutto l’uomo, nelle sue possibilità e nei suoi limiti, deve essere offerto a Dio, essere messo nelle sue mani. Offrendo al Padre il limite delle nostre distrazioni, proprio queste si trasformano in preghiera. Le distrazioni durante la preghiera, sono parte della preghiera, sono preghiera autentica.

Giungere a questo risultato rasserenante non è difficile. Tutte le nostre preghiere sono corredate di distrazioni.
Solamente i giganti del pregare godono di una fissità attentiva nel pregare. Noi siamo le formiche della preghiera, capaci - con l’aiuto dello Spirito - di sopportare il peso delle nostre distrazioni.

Le distrazioni, diventate preghiera!

E qui si apre una pagina confortante. Sappiamo infatti che, quando preghiamo, è lo Spirito Santo che in noi prega il Padre, perché la nostra preghiera è preghiera di figli, che dicono :”Padre nostro”.

La relazione tra Spirito Santo e Padre, è necessariamente una relazione all’interno della Trinità. La nostra preghiera è muoverci nel flusso eterno del circuito d’amore trinitario.

Forse noi, oppressi da un ascetismo più o meno stoico, non sospettavamo neppure che le nostre distrazioni potessero essere... divinizzate.

GCM 27.03.12