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Credenti come Giovanni Battista

Può sembrare una curiosità quella che si legge negli Atti degli Apostoli.

Paolo va a Corinto dove incontra alcuni discepoli. Perciò questi sono persone avviate alla verità. Mancano di completezza: infatti conoscono sì un battesimo, ma soltanto il battesimo di Giovanni. Sono giunti presso la porta, proprio come Giovanni Battista che attendeva uno più grande di lui, e intanto indicava la strada della penitenza e della salvezza. Ma gli mancava la piena partecipazione a Gesù.

I discepoli, incontrati da Paolo, mancavano di un particolare importante: la ricezione dello Spirito Santo.

Paolo rinnova il loro battesimo, questa volta però nel nome di Gesù, e completa l’opera, attraverso l’imposizione delle mani, che comporta la presenza dello Spirito Santo.

Il passaggio è evidente: anche chi crede (ossia è “discepolo”) giunge alla pienezza, alla sicurezza, soltanto in Gesù, grazie all’opera dello Spirito santo.

Qui si indica una posizione doppiamente positiva: prima una fede in Dio, poi una completezza in Gesù e nello Spirito Santo. Non ci troviamo più nella divisione molto seria, tra dentro la chiesa o fuori della chiesa, bensì tra credenti in Dio (attraverso il battesimo di Giovanni) e i credenti in Gesù, grazie all’azione dello Spirito. Non quindi “dentro o fuori“, ma in cammino e in arrivo.

Nel nostro contesto sociale, siamo al contatto con una molteplicità di credenti, alla pari di Giovanni Battista (il quale non aveva varcato quella soglia, che introduce “nel nome di Gesù”). L’atteggiamento nostro non è un giudizio o la respinta, ma l’annuncio di Gesù, per completare la loro fede.

GCM  21.05.12