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Bontà infinita

22.07.12

Gesù, la Chiesa, quindi noi tutti, sappiamo e proclamiamo volentieri che Dio, il Padre, è buono. Quando cerchiamo di mettere a fuoco qual è la bontà di Dio, le risposte si disperdono in mille rivoli, come le perle di una collana sciolta.

Chi immagina Dio (perché di immagine si tratta) come un nonno babysitter, che accompagna il nipotino nel giardino pubblico, e lo lascia libero di scorrazzare, fino a che il bambino cade nel canale. E’ che gli adulti sanno dove sta il canale!

Altri immagina Dio come un ottuso lascia-fare: è il Buon Dio, che non si interessa delle persone. Come nelle gite scolastiche, quando gli accompagnatori, finalmente liberi dalle rispettive mogli, o mariti, si ritirano per conto loro, e gli alunni ne approfittano per spassarsela.  Ma Dio non si chiude in  una camera con l’amante, perché è presente ovunque.

Il Dio buono è scambiato con un Dio scialbo e debole, che tutto lascia fare. Per conoscere la bontà di Dio, l’unica via lecita e sicura  è il Vangelo o le lettere degli Apostoli (il Nuovo Testamento). Gesù parla appassionatamente del Padre Buono, sempre presente e attento ai suoi figli. Pieno di perdono per chi si pente. Pentirsi per i passi errati, non errare allegramente.

Il Dio che ama il cuore puro, e che non ha inventato la “libertà sessuale” dei nostri giorni. Dio che provvede a tutti, eppure sa distinguere tra buoni e cattivi, quando provvede la terra di pioggia e di sole.

Dio che accoglie le pecore che sono radunate alla sua destra, e che fa festa per loro in eterno, mentre rispettando la libertà malvagia dei capri, accetta la loro rovina.

La Bontà di Dio è infinita, e si unisce alla sua intelligenza infinita, trovando inedita gioiosa ricompensa per i figli, che stanno con lui.

GCM 07.03.12