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Martiri

Oggi c’è la moda di chiamare martire chiunque muore in circostanze paricolari, dove egli svolge un compito umanitario... anche con le armi.

E’ dichiarato martire chi muore per una idea, che è subito elevata al rango di ideale.. Martiri per l’idea, che è una parola astratta.

Il martire cristiano muore - o più spesso è ucciso - non per un’idea ma per una persona: Gesù. Dall’astrazione dell’idea alla concretezza di una persona: la differenza non sta nella parola, ma nell’intenzione.

E’ vero che altre persone sono morte, sacrificandosi (?) per qualche persona. Mi sorgono in mente le due ultime guerre mondiali che hanno macellato l’Italia. I ragazzi erano spinti ad infilzare e a farsi infilzare all’arma bianca, al grido ossessivo di “Savoia!”. Intanto il re passava il suo tempo a curare le sue medaglie e le sue monete da collezione, facendo capolino di tanto in tanto nelle retrovie del fronte.

Mi sovviene anche di quei militari tedeschi che venivano condotti alla morte, e non solo in Russia, con il grande “Heil Hitler!”. O anche gli italiani che “si sacrificavano” per il Duce.

Martiri dei Savoia, di Hitler, di Mussolini o di Stalin. Martiri per coloro che li mandavano al macello. Gesù è un martire in prima persona, per amore del Padre e mediante la cattiveria degli uomini. Per amore di una Persona, concentrato di bontà.

E i martiri cristiani muoiono non per un’idea, ma per fedeltà al Padre e a Gesù.

Con il loro martirio confessano che Gesù è il loro “amato Signore, che ama”

GCM 24.05.10 - pubbl.20.07.10