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Gli Apostoli

Paolo scrive che lui stesso riferisce ciò che gli fu trasmesso a sua volta. Paolo si dichiara, in qualche modo, cristiano della seconda generazione. La prima è quella degli Apostoli.

Paolo aveva ricevuto la visione di Gesù: a me per ultimo, quasi io sia un aborto, si è manifestato Gesù. Eppure, per non correre sbagliando, si recò a Gerusalemme per confrontare la sua predicazione su Gesù, con la predicazione dei “capi”, degli Apostoli.

La verità degli Apostoli più che una teologia, era una pura testimonianza. Paolo invece aveva studiato teologia sotto Gamaliele. Paolo doveva confrontare la teologia con la semplice testimonianza degli Apostoli per confortare la propria teologia. I poco informati dicono che Paolo è il secondo fondatore del cristianesimo, è quasi il suo ordinatore e organizzatore. Costoro hanno una visione superficiale del fenomeno cristianesimo. Paolo non sistema nulla, ma si regola, anche nelle sue riflessioni sulla testimonianza degli Apostoli.

Sembra non gli fosse sufficiente la tradizione della comunità di Antiochia, ma volle, da buon scienziato, andare alla fonte: e la fonte erano gli Apostoli.

Se gli Apostoli avessero tenuta gelosamente chiusa la loro esperienza, né Paolo, né tutte le miriadi di generazioni cristiane avrebbero goduto della conferma e del conforto della propria fede.

La nostra riconoscenza agli Apostoli, dopo quella a Gesù, è naturale. La nostra fede e la congiunta speranza, non sarebbero possibili.

Dopo gli Apostoli, si è moltiplicata la catena di trasmissione della notizia su Gesù e sulla nostra salvezza, fino a raggiungere i miei genitori e i miei padri spirituali. A tutti la mia gratitudine per la fede.

GCM 03.05.10 ,  pubblicato 13.09.10