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Assieme

Ecumenismo: è una dinamica tra cristiani, un avvicinarsi per non continuare a trasgredire all’insistente bisogno di unità, che Gesù vuole esista tra chi crede in lui.

Unire, non dividere.

Quando io accosto un metodista o un ortodosso (purtroppo ne accosto pochi), o quando essi mi si accostano, sento l’uguaglianza nostra in Gesù. Per essi vivere di fede e amore Gesù è un atteggiamento spontaneo.  Forse non si interessano delle grandi questioni dottrinali, dei raffinatissimi distinguo che accampano le persone importanti delle due sponde.

Ogni credente vive nella fede che ha trovato nell’ambiente, in cui vive, e si appoggia a quel capo ( protestante, ortodosso, cattolico o altro), che ha incontrato nella propria strada. Tra le persone semplici e non addottorate, l’ecumenismo non è un problema da risolvere. Il problema si agita nella sfera dei teologi e dei gerarchi. Ho l’impressione che se in una nostra parrocchia, venisse mandato un ortodosso, un africano, un nepalese o un cattolico, la gente, dopo una prima reazione di fronte alla novità, si adatterebbe, pur di avere parola di Dio e pane d’Eucarestia.

La storia ci dice che le divisioni sono nate a livello di università e di potere. E restano a livello di potere e di teologia. Non che questo livello sia trascurabile, ma la gente è già unita, nella carità e nel rispetto, prima dei grandi pronunciamenti.

All’inizio del cristianesimo i commercianti propagandarono Gesù, come gli apostoli e i dottori. Non si distinguevano livelli diversi, ma funzioni diverse, e gli apostoli creavano ispettori che vigilassero sulla trasmissione della verità di Gesù.

Forse ascoltando di più il buon senso cristiano della gente, ci si unirebbe di più.

GCM 19.01.10