Segni del tempo

L’altro giorno è stato seppellito un prete, che è schiattato dal troppo lavoro: egli doveva accudire a tre parrocchie, ormai prive di parroci.

Così non soltanto non si servono le parrocchie, ma si diminuiscono i parroci.

La scarsità del clero è un fatto così lampante che anche i ciechi la vedono. Però è anche un segno dei tempi. La vecchia metodologia di aggregare preti, sta chiaramente estinguendosi.

Sappiamo che il Padre non abbandona mai il suo gregge. E sappiamo anche che i credenti “hanno diritto” all’Eucarestia, fonte e culmine della fede in Gesù.

Mi chiedo: perché il vescovo non si rechi presso i nuclei dei cristiani, che non godono più di un parroco tradizionale e faccia loro un discorsetto di questo tipo: “Cari, voi vi conoscete tra di voi. Ebbene, indicatemi qualche persona che possa coordinare i vostri raduni domenicali, pregare con voi sui vostri morti, indicare a me le vostre richieste. Io ordinerò nel diaconato queste persone, sposate o no che siano. Poi, se svolgeranno opportunamente il loro lavoro, e voi siete soddisfatti delle loro prestazioni, li ordinerò anche a presiedere l’Eucarestia.”

Così si faceva agli inizi della chiesa. E ora che si nota un notevole rattrappimento della chiesa, è arrivato il momento di riprendere in mano quei metodi. E’ il segno dei tempi, che manifesta la povertà.

Chiesa povera, anche con servitori poveri e, a Dio piacendo, ignoranti. Noi cristiani non abbiamo bisogno di scienziati, ma della presenza di Gesù.

GCM 19.05.05