Gesù prima chiama e poi converte.
Dice a Matteo, nel primo impatto: “Seguimi!”. Poi inizia l’opera della familiarità e della ripulitura.
Dice a Zaccheo:”Devo fermarmi a casa tua!”. Poi Zaccheo si ravvede e si rettifica.
Dice a Pietro:”Seguimi”. E poi lentamente, molto lentamente, Pietro trova la sua strada.
Nell’ambiente, nel quale viveva, il ricupero dei peccatori, doveva precedere la partecipazione al popolo.
Gesù capovolge la sequenza: dal contatto con lui dipende la coversione e la rettificazione del sentimento e del comportamento.
Con la disciplina penitenziale, che ripropone la mentalità di Giovanni Battista, la Chiesa sembra ritornare alle usanze ebree, che Gesù aveva superato con il proprio comportamento.
D’altronde è ovvio che solo dopo aver scoperto Gesù, si può cambiare vita adeguandosi a lui. Ma Gesù si scopre aderendo a lui, incontrandosi con lui.
Un Gesù distante, non può influire sulla conversione.
Aderire a Gesù è possibile in molti modi. Tre emergono nitidamente: comunità, Vangelo, sacramento.
La comunità credente in Gesù, è prima di lui, proprio grazie alla fede.
Il Vangelo, o la Bibbia, è Gesù presente, che, mentre parla, ci penetra con il suo Spirito.
Il sacramento è presenza di Gesù in modo tattile: lui entra in noi in quanto nutrimento che trasforma.
Come, quando Gesù prendeva contatto con i peccatori, li purificava, così, quando il sacramento penetra in noi, ci salva.
GCM 01.10.10, pubblicato 10.11.10