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Lui, la nostra forza

La Chiesa è una comunione di santi. Santi perché la Parola ci purifica, e noi ci disponiamo ad accogliere la Parola.

Molte volte, nel leggere o nell’udire la Parola di Dio, ci siamo sentiti trafiggere. La trafittura della Parola di Dio, non può assimilarsi alle impressioni che proviamo nel leggere un romanzo, o nell’assistere a uno spettacolo. Infatti ciò che produca in noi la Parola di Dio, è sempre accompagnato dallo Spirito Santo, che si serve anche delle nostre emozioni per infiltrarsi nei nostri cuori. L’entrata dello Spirito nel cuore purifica la vita.

Comunione di santi, della quale ci accorgiamo raramente. Eppure questa chiesa che siamo e che formiamo noi, è stata anche definita quale “casta meretrix”, una meretrice casta. La nostra zavorra umana, il nostro gravame di peccato e di miserie, la rendono meretrice. La presenza e la parola di Gesù, che noi indegni veicoliamo, la rendono perennemente casta.

Noi siamo sballottati ogni giorno tra le due sponde:  castità e peccato. Scegliamo Dio con cuore sincero, e ci troviamo ingolfati nelle nostre piccolezze. Eppure continuiamo a sperare, perché la speranza costituisce il nostro tendere a Dio.
S. Paolo, prima di noi desiderava esser liberato da questo corpo di morte, che si opponeva alla sua totale partecipazione a Cristo. Pregava per la liberazione. La risposta di Dio fu limpida: “Ti è sufficiente la mia grazia!”.

Il corpo di morte deve essere attraversato dalla grazia di Dio. La meretrice attraversata dalla castità. Il tempo essere gravido di eternità. La debolezza sostenuta dalla speranza. La nostra paura consolata dallo Spirito del Padre.

GCM 17.09.07