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La pace eucaristica

La pace del Signore sia con voi. E con il tuo spirito.

Sono formule ripetute quotidianamente durante la Messa. In quanto formule rituali, quasi tutte le persone le ripetono abitualmente, perché “così si deve dire” e quindi i riti proseguono fino alla fine.

Sono riti: perciò hanno perso ogni significato. Come tutti i riti ripetitivi. Eppure le formule, per quanto ripetute, sono carne viva della Messa, parte integrante di essa.

Sappiamo che tutta la Messa è irrorata di Spirito Santo, quello Spirito che, al raduno (chiesa), dona vitalità e vigore sacramentale a ogni gesto e a ogni parola. Né un  gesto, né una parola della Messa sono esenti dalla forza creatrice e rinnovatrice dello Spirito Santo. La grazia di Dio quindi scorre dentro ogni gesto e ogni parola, compresa la parola arcana che santifica e trasforma il pane e il vino.

Perciò il donarci la pace reciprocamente, “La pace a voi. La pace a te”, veramente crea la pace, la infonde davvero e concretamente nei nostri cuori, nelle nostre persone. Quando poi ci stringiamo la mano o ci abbracciamo, non compiamo un semplice rito, ma attraverso le nostre mani scorre la reciproca pace.

Pace abbiamo, sacramentalmente ricevuto, pace doniamo. Infatti ogni dono di Dio, rende il credente capace di largire lo stesso dono, per impulso dello Spirito Santo.

Quando un cristiano dà la mano o saluta una persona con l’abbraccio o con il bacio, egli trasmette agli altri una grazia, che solo lui possiede. Si dica così di ogni saluto dei cristiani.

GCM 30.07.08