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Angeli

 

Ciascuno di noi ha un angelo custode. Questo ci dice la pietà.

     Angelo custode è l’immagine che ci facciamo, quando ricordiamo il nostro Padre, che ci  protegge. E’ un modo di concepire l’infinito, il non definibile secondo le nostre categorie, quando pensiamo che nel suo immenso amore si prende cura di noi.

      Poi la nostra immaginazione non riesce a pensare un Dio che si prende  cura di miliardi , e allora ci torna più comprensibile vedere una schiera di aiutanti, che completano l’opera di Dio.

     Però viene poi il dubbio: quanti aiutanti dovrebbero esserci. Schiere innumerevoli. Ma nell’aldilà si può concepire un mondo regolato secondo il tempo, la misura, il peso, e quindi i numeri? Schiere innumerevoli, cioè senza numero? E allora come sono? Oppure si numerano con la nostra aritmetica, e immaginiamo un numero alla potenza x, cui si può sempre aggiungere una unità?
L’angelo non è persona come noi.

     Neppure Dio è in tre persone uguali alle nostre.
Forse le nostre idee devote sugli angeli si trasformeranno in quel “Il Padre opera sempre” e ci daranno maggior fiducia nel Padre.

     Anche Gesù parlava di angeli. Seguiva un modo consueto di esprimersi o sottolineava la certezza che gli angeli eseguissero davvero quelle funzioni che noi attribuiamo loro?

    Negare l’esistenza degli angeli non ci è dato. Correggere il nostro modo di pensarli forse è possibile, sempre mantenendo la loro presenza, come segno della presenza e dell’azione di Dio.

    GCM 24.08.07