“Chiedete e vi sarà dato”. Gesù ci assicura. Ci è sicuramente dato,
perché Dio è il nostro Padre, al quale chiediamo il nostro pane
quotidiano.
Proprio per assicurarci Gesù dice di pregare e
chiedere con la fede di aver ricevuto (non che riceveremo, come ci
annuncia il Vangelo di Marco), e ciò che chiediamo sarà nostro. C’è un
nesso infrangibile tra la preghiera fiduciosa e il ricevere.
Per
indicare che Dio, in quanto Padre, ci ascolta e ci dona, Gesù riporta
la similitudine del padre. “Nessun padre, se il figlio gli chiede un
pane, gli darà un sasso!). Il padre viene incontro al figlio. Gesù lo
sperimentava continuamente.
Dio opera molto più affettuosamente
del padre terreno. Infatti non solamente non dà un sasso a chi chiede
pane, ma anche a chi chiede sassi, egli dà il pane. Sa di che
abbisogniamo, prima ancora che glielo chiediamo, e ci dona secondo il
nostro bisogno e non secondo le nostre richieste quando queste sono
errate o inopportune.
Le nostre richieste inascoltate da Dio, sono prodromo di altri dono più belli e più consolanti.
Gesù,
nel Gethsemani, chiede di esser esonerato dal bere il calice della
Passione. Il Padre non l’esaudisce. Gesù si adegua: “non la mia, ma la
tua volontà”.
Il Padre non gli fa evitare la Passione, perché
sta per donargli molto di più: la Risurrezione. Fu chiesto un sasso,
ricevette un pane.
Esser liberati dal male, è una domanda che
Gesù approva. Si tratta del vero male, la non salvezza. Ogni altro male
è inferiore a questo. Perciò il Padre ci esaudisce, quando chiediamo di
essere liberati dal male, perché lui sa quale è il vero male.
GCM 09.03.06