Leggi e paure 2

La legge è data da Dio, attraverso Mosè. Come mai c'è una legge divina, mentre le leggi sono frutto della paura dell'uomo, quando si trova di fronte a una realtà che lo spaventa e che egli cerca di dominare?
    Anche i pagani ponevano in relazione le leggi con gli dei, che erano "sancti", cioè vindici dei patti "sanciti".

La legge non è propria di Dio: Dio infatti è amore. Quando Mosè promulga la legge, attribuita a Dio, ha con sé un popolo abituato alla paura: paura degli Egiziani e paura del deserto.
    La legge è frutto del potere (tirannico sempre, anche nelle variazioni teocratiche, oligocratiche, democratiche, ecc.) per paura del caos o della irresponsabilità dei sudditi. La legge è una necessità contingente, fino a che dura il pericolo.

Dio è amore. E' fuori della contingenza, del ritmo del tempo, della necessità della causa-effetto. Dio ama e non teme nulla, perché il suo amare è "onnipotente", riesce a raggiungere sempre l'amato e ad avere risposte d'amore. L'amore esige soltanto amore da sé e dagli altri. Esigere l'amore, è esigere e aspettare soltanto libertà.

I due precetti della "legge" sono semplici esigenze d'amore, quando l'amato e l'amante si riconoscono e si donano l'un l'altro, fino a che le esigenze dell'altro diventano anche le tue esigenze.
    Ma l'amore non teme nulla. La carità espelle il timore: ci avverte Dio, attraverso la prima lettera di Giovanni.

 Viva allora la licenza? No: la licenza non è amore, è la legge dell'egoismo.
    L'amore per essere vero è sempre indirizzato all'amato. La licenza è indirizzata a se stessa.

GCM      13.08.02