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Separiamoci

      Ho udito alla radio nazionale, detto da una psicologa: "Oggi le coppie si separano di più, perché le persone sono più mature".
      Può darsi. Anche perché al vocabolo "maturità" ciascuno può attribuire il significato che più gli aggrada.

      È pur vero che, maturando, ogni persona vede con maggior chiarezza la propria posizione nel mondo.
      Però la propria posizione nel mondo è segnata anche dal proprio ruolo nella società e nella famiglia, nel tempo e nella coppia.        Invece molte persone, che si separano, considerano la propria posizione nel mondo, tenendo conto soltanto di se stesse. Per esse, gli altri non hanno cittadinanza tra i motivi delle loro decisioni, tuttavia sempre pronti a offendersi quando gli altri non tengono conto di loro.

      È pur vero, inoltre, che molti matrimoni o molte unioni di fatto (moda quest'ultima ben accolta in una società laica), si iniziano quando i due partner sono ancora adolescenti o almeno hanno una psicologia di adolescenza prolungata. Perciò si può dubitare della solidità del loro inizio. In questo caso, maturando, devono prendere coscienza della loro situazione.

      E allora restano due soluzioni:

  1. Da oggi in poi noi due cominciamo a far sul serio e rendiamo solida la nostra unione, crescendo psicologicamente e spiritualmente.
  2. Siamo due fuori posto, spostati; siamo come brocchi sfiatati e non ci riesce di continuare, tanto più che il continuare ci impegnerebbe a una matura revisione di noi stessi e della nostra vita. Quindi sviniamocela, scappiamo.


      È pur vero tuttavia che, se ci sono di mezzo anche i figli, la faccenda si complica.

      Però troppo spesso io constato, durante il mio lavoro, che le coppie si separano, perché uno o l'altra, o tutt'e due, hanno preso la nuova cotta o patiscono di una angoscia, che immaginano di risolvere con la separazione.
      Ma questa è davvero maturità?

GCM, 15.01.02