Prima la libertà

     L'educazione impartita da alcune persone mira principalmente a "insegnar le regole". Si pretende di includere i bambini negli schemi sociali, dettati dagli adulti, che sono invischiati nei loro vizi e che spesso emanano leggi semplicemente per approvare questi vizi: sopraffazione del povero con la maschera del libero mercato, uccisione dei feti con la scusa della pietà verso la donna, rottura del matrimonio con il pretesto di favorire nuovo amore, ecc.

     L'educazione tende a far accettare la società con le sue leggi, alcune buone moralmente, altre eticamente perverse.
     Così si pretende di creare nella persona il senso della responsabilità.
     L'educazione più corretta tende invece ad aiutare le persone ad essere semplicemente se stesse: a scoprire i propri desideri e i propri sentimenti, a trovare il modo migliore per mettersi al contatto con gli altri, ad allargare lo sguardo verso tutta la vastità della persona, la quale non si limita al ventre, al lavoro, alla ricchezza, ma vive anche di arte, di amicizia, di amore, di vita eterna.

     Nell'educare la persona ad essere se stessa, occupa un posto importante l'educazione alla libertà. Anche la libertà è un dono di natura, che richiede attenzione e crescita. Oggi si parla di libertà spesso a sproposito, proprio perché non si conosce la libertà, né tanto meno la si umanizza.

     Alcuni educatori s'illudono di educare alla responsabilità, dimenticando di alimentare la libertà.
     Invece educando soprattutto la libertà, si impara, come conseguenza, la responsabilità.

     Paolo di Tarso scriveva: "È per la libertà che Cristo vi ha liberati: conservate la libertà!".
     Cristo è il liberatore, il salvatore, il redentore. Non si è mai presentato come legislatore. Partendo dalla libertà, egli indicava la strada agli uomini per arrivare al Padre.

GCM 09.01.01