Mediatori sociali

      Il commerciante e l'artigiano sono mediatori di Dio.
      Ognuno di noi è destinato a collaborare con Dio, che ci benefica.
      I genitori manifestano la creatività di Dio. I preti la sua misericordia e il suo annuncio. Gli insegnanti la sua preoccupazione per gli ignoranti.  

      Insomma ogni aiuto che ciascuno di noi offre al prossimo, è uno strumento attraverso il quale Dio fa giungere agli uomini la sua bontà e la sua provvidenza. Siamo voce, mani, piede di Dio, come recita una vecchia preghiera.

     Però non siamo strumenti passivi nelle mani di Dio. Siamo liberi collaboratori. Mediatori che decidono di operare.
      L'artigiano e il commerciante hanno scopi un po' più ampi dei nostri. Essi sono destinati da Dio a far valere la sua opera e il suo amore eguale per tutti.

      Un artigiano mi comunicava la propria ansia, perché dalle circostanze era costretto a praticare tariffe, che a lui parevano eccessive, ma che il "mercato" e la "categoria" imponevano.
      Praticare tariffe più basse? - correva il rischio di essere accusato di concorrenza sleale.
      Quando però s'accorse che il problema aveva due risvolti, quello del guadagnare e quello dell'usare le ricchezze, allora capì che Dio aveva posto nelle sue mani una bella occasione. I ricchi lo pagavano molto, perché potevano e perché la loro ambizione li sospingeva. Lui perciò era messo in grado di impiegare il denaro esorbitante per aiutare i poveri.

      Nelle sue mani Dio aveva messo la grande missione di "prendere ai ricchi per donare ai poveri". E non prendere in modo violento alla Robin Hood, o all'"appropriazione proletaria", ma semplicemente ricevere dalle mani di chi ha, per passarlo in quelle di chi non ha. Egli praticò la giustizia di Dio, il Padre.

GCM 07.01.01