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Occhi sereni

     Dopo le scoperte di S. Agostino sul peccato originale, sembra che tra i cristiani sia nato un gioco perverso, alimentato anche dai moralisti, a chi è il più bravo nello scoprire ovunque la presenza del peccato originale e le sue conseguenze.
     Quale movente psichico condusse Agostino a sfruconare dentro il peccato originale? Forse anche il bisogno di attribuire una parte di responsabilità delle sue non esigue marachelle, non a se stesso ma al peccato originale. Un po' come il chiamare in ballo il diavolo e le sue tentazioni, per gettagli sulle spalle parte delle nostre malefatte.

     Gesù, stranamente, non era del parere del peccato originale, a differenza di molti predicatori medievali (vedi, per esempio, S. Antonio di Padova). Gesù considerava pulita l'infanzia dell'uomo, tanto pulita che esortava le persone a ritornare all'infanzia (ai suoi tempi, non battezzata!) per entrare nell'ambiente di suo Padre.

     L'educazione giansenista ci aveva obbligati a ripiegarci sulla nostra natura corrotta o almeno ferita. Perfino Freud, che pretendeva di liberare se stesso e gli altri dai sensi di colpa, aveva incentrato gran parte della sua ricerca attorno alle forze pulsionali negative degli uomini e delle donne.

     Un'educazione cristiana dovrebbe assumersi un altro compito: fissare di più l'occhio sulla bellezza della nostra natura, forgiata da Dio, sulla sua positività fontale, sull'onore di essere uomini e donne, usciti dal ventre di una madre e dalle mani di Dio.
     Guardarci con occhi sereni e positivi, entusiasmarci per essere figli di Dio, vedere i nostri limiti, non come un castigo di un peccato da noi non commesso, bensì come occasione di gran bene.      Occasione di perfezionamento, di speranza, di sentire spontaneo il nostro bisogno di Dio, nostro Padre, nostra salvezza.

GCM, 05.02.02