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Non definitivo

Molti di noi, quand'erano giovani, escogitavano piano e tecniche per sistemare definitivamente le situazioni, che interessavano, e poi partire sicuri, come su binari ben stabili.
     Poi la vita ha insegnato una verità molto semplice: non esistono soluzioni definitive in nessun settore della vita.

La lezione fu ed è salutare. Infatti quando si pensa di aver risolto completamente un problema, ecco sorgere dubbi, necessità di aggiustamenti, affioramento di imprevisti. E si ricomincia da capo, probabilmente con meno entusiasmo e con l'irritazione causata dal "non è mai finita!".
     S'impara allora a misurare la nostra finitezza, ed accorgerci che noi siamo un mero anello di una catena, che s'inizia prima di noi e continua dopo di noi.

S'impara anche a diminuire l'ansia, che nasce dal voler arrivare alla fine costi quello che costi: che i figli crescano, che arrivi la pensione, che i capiti la vincita al lotto, che vada al governo il mio partito, ecc. L'ansia dell'affrettare il risultato, che poi arriva quando arriva, a poco a poco diminuisce.

S'impara a essere sempre felici. Infatti si smette finalmente di pretendere di essere felici a opera del tutto completa, e in compenso si impilano continue piccole felicità per le riuscitine nel quotidiano: sono contento di questa giornata di sole, di aver terminato la lettura di un libro, di aver sbadigliato liberamente, di aver potuto agire anche oggi, di aver salutato un amico. Tutte queste sono le piccole felicità che s'accumulano e riempiono, qui e ora, la mia giornata e perciò la mia vita.

S'impara a collocarci in Dio. Solo Lui è il definitivo, l'eterno. Io posso ogni giorno rinnovare la mia precarietà e la mia giovinezza, mentre tengo lo sguardo continuamente rivolto a Lui, mia guida, mio sostegno, punto di riferimento, braccia allargate per accogliermi.

GCM, 07.05.02