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Condona i nostri debiti

Il condono fiscale riappare di tanto in tanto sulla scena politica. Le scuse addotte sono molte. L'unico motivo è aggiustare il bilancio.

Il condono ultimo ventilato è quello di far pagare agli evasori il 25% (o altra percentuale, secondo il vento che tira) di quanto dovuto. Dicono i fautori: per cominciare una buona volta a dar norme sicure in materia di imposte. Comunque il condono c'è e le norme non si vedono.

Di fatto sicuramente gli evasori sanno che pagato questo 25%, potranno poi evadere per trovarsi nella beata condizione di pagare, tra qualche anno, un altro scarno 25%.

Sicuramente i non evasori, contribuenti finora onesti dalla morale incerta, faranno un pensierino per evadere anche loro almeno una volta in vita, perché, tanto, se la caveranno con un 25%.

Sicuramente la Guardia di Finanza, se nel frattempo non si è guastata la coscienza, si sentirà gabbata e scoraggiata a perseguire gli evasori.

Ma diamo pure per buono che si attui questo ricupero del figlio prodigo per il 25%.
   Però ogni cittadino che ha pagato le imposte regolarmente, deve reclamare un atto di giustizia per sé.
   Se il governo (qualsiasi governo) condona il 75% del loro debito agli evasori, i non evasori hanno il sacrosanto diritto - per semplice esigenza di equità - del rimborso o della restituzione del 75% delle loro imposte già versate. Soltanto così si pratica la giustizia per tutti. Inoltre se ai disonesti si regala il 75%, agli onesti si dovrebbe restituire almeno l'80% come premio.

Ma certi governanti forse non sanno che cosa significhi equità, e quanto sia offensivo il condono fiscale. Forse certi governanti non sono giusti ed equi, ma sono caritatevoli, perché fanno agli altri (evasori) quello che vogliono sia fatto a loro stessi?
   Di modo che quell'ingiusto 25% si trasforma automaticamente in un osservare il dettato del Vangelo!

GCM      15.12.02