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Futuro francescano

Il francescanesimo s'avvicina al suo ottocentesimo anno di vita.
Francesco visse il suo tempo, ripieno delle Spirito di Dio, interpretando l'unica fonte cristiana, Gesù e il suo Vangelo, secondo le categorie del suo ambiente, e indicando ai frati comportamenti in armonia con le esigenze spirituali della sua epoca (pauperismo).
Poi, con o senza il permesso dei Papi, i francescani, già con Antonio di Padova e con Elia da Cortona, si svilupparono adattandosi allo scorrimento dei tempi.
Questo adattamento si manifesta soprattutto nella conventualità.
Talvolta i conventi, marcatamente del 600 e nel 700, si sono spinti un po' troppo nell'adattarsi … come i papi dal Rinascimento in poi, diventando più borghesi che francescani. Ed ecco, per contrasto, le molte riforme all'interno del movimento francescano. Non solo le classiche riforme dell'Osservanza e dei Cappuccini, ma anche le numerose altre riforme antiche, a cominciare dal Fraticelli, e moderne come Frigento.

Tutte le riforme affermano di voler ritornare al Francescanesimo primitivo. Ma non sempre in esse si realizza lo "spirito" francescano, anzi spesso si ritorna alla lettera della regola dovuta a Francesco.
Ritorno alla lettera, quindi esposizione al pericolo non immaginario del fondamentalismo. Con il fondamentalismo le lotte, non metaforiche, tra i frati.
Eppure Francesco aveva dato lezione di malleabilità e di adattamento, come, per esempio, nel rapporto con i Saraceni, da prima osteggiati e poi accostati.
Oggi il mondo chiede adattamenti più radicali, superamento di leggi offensive della dignità umana dei frati (sembra strano, ma sono uomini anche loro!), aperture creative verso il mondo.
Il francescanesimo è stimolato e chiamato non a convertire il mondo, ma a convertirsi all'uomo.

GCM 10.05.03