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New age per la fede

L'undici settembre ha generato in occidente una fonte della nuova religione, un ricorso alla vera preghiera?
     E' stato notato che, dopo l'11 settembre, gli statunitensi hanno pregato di più. Prima la paura ha messo in ginocchio la gente, poi l'orgoglio ha risvegliato le armi.

L'attenuarsi dell'economia ha risuscitato, nei paesi ricchi, l'angoscia della precarietà. C'è ancora qualche politico dal sorriso muscolare e non cordiale, che ostenta sicurezza e ottimismo di facciata, perché tenta di appoggiarsi agli Stati Uniti d'America, là dove l'ottimismo è venato di insicurezza.
     Dopo l'11 settembre e con le difficoltà economiche abbiamo ricostatato la precarietà.

La religione è un ricorso al non precario, proprio quando la precarietà si fa più tattile.
     Non è da dimenticare che l'11 settembre è stato provocato dalla pazzia di un codardo, che manda al macello gli altri, mentre lui passeggia vivo sui monti asiatici. Questo però non cancella il terrore. La sua cattura non casserà la cattiveria dal cuore di altri uomini, i suoi antagonisti compresi. E noi compresi.
     Tuttavia la risottolineatura della precarietà è autentica. Da questa autenticità nasce il sentimento religioso, che cerca un riferimento stabile e garante. I modi di questa ricerca possono essere molti, secondo la cultura e la storia. Cristo per noi, il nirvana per i buddhisti, il Profeta per i Musulmani.

Bin Laden Usama non ha causato solamente l'eccidio di migliaia d' Americani, ma ha innescato una catena di morti: afghani o iracheni, e non solo. La precarietà è così disperata da far buttare nella morte giovani vite arabe.
     Una nuova era religiosa è urgente si inizi, per sollevarci dalla disperazione e dal terrore: Gesù ha ancora qualche cosa da dirci e da darci.

GCM, 02.10.03