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Litigiosità pia

Il mondo era vasto e tutti attendevano, consciamente o inconsciamente, la persona di Gesù, salvatore amoroso degli uomini e delle donne, che raggiungesse ogni persona.
     E invece spesso i cristiani bisticciavano tra di loro, scuola contro scuola, Alessandria d'Egitto contro Antiochia di Siria, Origenisti e antiorigenisti, allegoristi e letteralisti. Questo avveniva nel quarto secolo. E il mondo doveva attendere la fine dei bisticci.
     Nemmeno la buona volontà (o il furbo fiuto politico) dell'imperatore Costantino, che aveva radunato il Concilio di Nicea, era riuscita a metter pace tra i contendenti, che da allora in poi si divisero in niceni ed antiniceni.

La litigiosità interna alle comunità cristiane sembra essere eredità affiancata all'eredità del Vangelo. Protestanti, Ortodossi, Anglicani, Cattolici sono fenomeni macroscopici di una litigiosità permanente.      Preti contro frati, laici contro clero. Non solo, ma all'interno della stessa parrocchia movimento contro movimento, cappellani contro parroci. All'interno delle piccole comunità religiose frate contro frate, suora contro suora.
     Chi ci libererà? perché la diabolicità è nella Chiesa?

Il miracolo più bello, che lo Spirito Santo continua a produrre, è la sua permanenza nella Chiesa e quindi la permanenza della Chiesa, nonostante il suo frastagliamento interno.
     Gesù è scomparso dell'orizzonte. Lo denunciava Paolo a quei di Corinto: "Io sono di Paolo, io di Cefa, io di Apollo". Cristo non può essere diviso. Guardando Paolo e Cefa si perde di vista Gesù.
     Guardando Gesù si trova concordia nel rispetto reciproco delle persone e delle mansioni.

Le comunità religiose, infestate dal litigio, hanno dimenticato il Gesù reale, per fondarsi sul Gesù formale, trasformato nel cumulo di regole e di inferiori-superiori.

GCM 01.09.03