HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2004 > Essere e fare

Essere e fare

Fare il prete o essere prete. Fare l'avvocato oppure essere avvocato. Insomma prestarci a un mestiere oppure sentirci vivi in ciò che facciamo.
     Essere avvocato o psicologo, richiede che la nostra professione sia in armonia con il nostro gruppo sanguigno, con la nostra emotività, con le nostre capacità spirituali.

E' pur vero che l'essere prete non può coincidere con l'essere semplicemente persona. L'essere prete è una sezione dell'essere persona. Questa è molto più vasta della professione. Il prete è una persona che è anche prete. Lo psicologo è una persona che è anche psicologo. Sarebbe un bel guaio se la professione esaurisse l'essere e le qualità della persona.
     Eppure se la persona fa solamente il prete, l'avvocato, lo psicologo o il calzolaio, e non sente la professione emanare dall'intimo di sé, resterà sempre una mestierante, e quindi una menzognera che recita una parte, ma che, nella professione, non dà nulla di sé.

Per chi è manovale, il guasto non è eccessivo. Per fortuna si incontrano contadini e falegnami che, quando parlano del loro mestiere, si illuminano tutti e sorridono.
     Però se uno psicologo, un medico o un prete non sono tali, ma fanno un mestiere, il guasto per sé e per chi avvicinano è rilevante.
     Tutti noi, all'accostare un medico, sentiamo se si interessa di noi, oppure se è interessato soltanto a stilare la ricetta. In altre parole, se è medico oppure se fa il medico.
     Così avvertiamo se uno fa il prete oppure se è prete.

Gesù, figlio di Dio e di Maria, certamente non faceva il Salvatore, ma è il Salvatore, restando figlio di Dio.

GCM, 05.11.03