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Deboli

Ho incontrato nella mia vita molte persone deboli, e queste hanno incontrato me debole.
     Ogni debole ha un proprio itinerario e di sopravvivenza e di gioia.

Le categorie dei deboli sono variegate. Credo però che ci siano due specie di deboli: i deboli coscienti e i deboli non consci della loro debolezza.
    Questi si dividono in due sottospecie: chi proprio non s'accorge d'esser debole, e chi le inventa tutte per autoilludersi di non essere debole (le palestre possono fornire questa illusione).
     Un'altra categoria di deboli sono i forti. Ma di questi non è lecito parlare. Tanto più che quando questi s'accorgono di non essere forti, si suicidano.

Il debole cerca naturalmente l'appoggio: un braccio o un bastone su cui appoggiarsi.
     E nel cercar l'appoggio, si rivela la sagacia, l'intelligenza o l'ignoranza del debole.
     C'è il debole che cerca qualcuno (o tutti) che gli dia sempre ragione, e di solito trova un debole furbo che dà ragione, per poi far fare al debole quello che vuole lui, magari a danno di altri. E' un caso che mi sta sotto l'occhio.
     C'è il debole che si rivolge alla biblioteca, sperando di trovare il libro che l'assicuri.
     Il debole che si rifugia nelle medicine, allopatiche oppure omeopatiche.
     Il debole che striscia davanti ai potenti di turno: debole camaleontico.
     Il debole che cerca il gruppo, per fare in gruppo ciò che non azzarda fare da solo: è il teddy boy.
     Il debole rinchiuso in casa. Il debole armato di colt, che fa lo spavaldo non perché lui sente di valere, ma perché la sua pistola è potente.

Troviamo nella vita anche il debole, che semplicemente sa di essere debole, che chiede aiuto se ne ha bisogno, e presta aiuto se ne è capace.
     Riconosce semplicemente che la sua debolezza è costituzionale (egli è mortale) e ripone tutta la sua fiducia in Dio: è l'unico debole intelligente.

GCM  02.09.03