Il temere gli altri, rende timidi. La timidezza accumula aggressività. L'aggressività aiuta a sfogarci, ma non ad armonizzarci con gli altri e con noi stessi.
Il temere gli altri è una conseguenza di un senso di inferiorità: inferiorità di intelligenza o di dotazione, o semplicemente inferiorità di ruolo sociale, superficiale. Comunque il temere non solo mi induce a difendermi dal "superiore", ma me lo fa odiare e combattere.
L'odio si manifesta nel voler umiliare la persona odiata. Si inizia con il non stimarla e con il nostro interiore demolirla nella considerazione. Poi si arriva a distruggerla con le parole o con le opere.
L'odio crea odio. Se una persona non odia, vive e lascia vivere ed è contenta della propria libertà e della propria opera, eppure ugualmente viene odiata e combattuta, per prima reazione si attrezza di odio contro chi le odia.
L'umiliato ingiustamente, ossia per il fatto che è semplicemente se stesso, non può che "guardarsi dagli uomini" come dice Gesù.
"Vi odieranno a causa del mio nome" ci avverte egli. Odio gratuito.
A questo punto giunge un'indicazione ben decifrabile di Gesù: "Amate i nemici, pregate per i persecutori". È impossibile!
Per fortuna Gesù ci insegna la strada:
GCM, 24.05.03