Temere gli uomini
Il temere gli altri, rende timidi. La timidezza accumula aggressività. L'aggressività aiuta a sfogarci, ma non ad armonizzarci con gli altri e con noi stessi. Il temere gli altri è una conseguenza di un senso di inferiorità: inferiorità di intelligenza o di dotazione, o semplicemente inferiorità di ruolo sociale, superficiale. Comunque il temere non solo mi induce a difendermi dal "superiore", ma me lo fa odiare e combattere.
L'odio si manifesta nel voler umiliare la persona odiata. Si inizia con il non stimarla e con il nostro interiore demolirla nella considerazione. Poi si arriva a distruggerla con le parole o con le opere. L'odio crea odio. Se una persona non odia, vive e lascia vivere ed è contenta della propria libertà e della propria opera, eppure ugualmente viene odiata e combattuta, per prima reazione si attrezza di odio contro chi le odia. L'umiliato ingiustamente, ossia per il fatto che è semplicemente se stesso, non può che "guardarsi dagli uomini" come dice Gesù. "Vi odieranno a causa del mio nome" ci avverte egli. Odio gratuito.
A questo punto giunge un'indicazione ben decifrabile di Gesù: "Amate i nemici, pregate per i persecutori". È impossibile! Per fortuna Gesù ci insegna la strada:
- Fidarci più dello Spirito Santo che delle nostre forze.
- Allontanarci dal nemico: lui scappò da Erode, che lo perseguiva.
- Pregare per il nemico.
- Se questo ci domanda perdono, perdonargli (Luca 17).
- Se, perdonato, condivide il nostro amore per Gesù, trattarlo bene (siete un solo corpo).
- Se trattato bene, s'accorge del suo torto, volergli bene, come a un povero uomo pari a noi.
- Se entra in sintonia con il nostro modo di vedere la vita e Gesù, amarlo.
GCM, 24.05.03
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