HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2003 > Temere gli uomini

Temere gli uomini

Il temere gli altri, rende timidi. La timidezza accumula aggressività. L'aggressività aiuta a sfogarci, ma non ad armonizzarci con gli altri e con noi stessi.
Il temere gli altri è una conseguenza di un senso di inferiorità: inferiorità di intelligenza o di dotazione, o semplicemente inferiorità di ruolo sociale, superficiale. Comunque il temere non solo mi induce a difendermi dal "superiore", ma me lo fa odiare e combattere.

L'odio si manifesta nel voler umiliare la persona odiata. Si inizia con il non stimarla e con il nostro interiore demolirla nella considerazione. Poi si arriva a distruggerla con le parole o con le opere.
L'odio crea odio. Se una persona non odia, vive e lascia vivere ed è contenta della propria libertà e della propria opera, eppure ugualmente viene odiata e combattuta, per prima reazione si attrezza di odio contro chi le odia.
L'umiliato ingiustamente, ossia per il fatto che è semplicemente se stesso, non può che "guardarsi dagli uomini" come dice Gesù.
"Vi odieranno a causa del mio nome" ci avverte egli. Odio gratuito.

A questo punto giunge un'indicazione ben decifrabile di Gesù: "Amate i nemici, pregate per i persecutori". È impossibile!
Per fortuna Gesù ci insegna la strada:

  1. Fidarci più dello Spirito Santo che delle nostre forze.
  2. Allontanarci dal nemico: lui scappò da Erode, che lo perseguiva.
  3. Pregare per il nemico.
  4. Se questo ci domanda perdono, perdonargli (Luca 17).
  5. Se, perdonato, condivide il nostro amore per Gesù, trattarlo bene (siete un solo corpo).
  6. Se trattato bene, s'accorge del suo torto, volergli bene, come a un povero uomo pari a noi.
  7. Se entra in sintonia con il nostro modo di vedere la vita e Gesù, amarlo.

GCM, 24.05.03