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Scacciati

Dio si prende cura dei maltrattati ingiustamente.      Anche l'Antico Testamento lo afferma.
     È la storia di Agar, la schiava-moglie di Abramo.

Sara, moglie di Abramo, e Agar si detestano.
     Abramo, povero disgraziato, si trova dentro il fuoco incrociato delle due donne, deve obbedire (dico obbedire, non accondiscendere) alla moglie Sara, e caccia di casa Agar con il figlio. Agar attraversa il deserto, consuma le scorte, di cui l'aveva fornita amorevolmente Abramo, e s'accascia lasciando morire il figlio, per poi morire lei stessa.
     Dio soccorre Agar, la maltrattata.

Chi è maltrattato ingiustamente si trova, come per incanto, automaticamente dalla parte di Dio, che ode il pianto del suo popolo.
     La persecuzione degli uomini, qualunque motivo li guidi, ha come contraccolpo immediato il sentire di essere entrati nel recinto di Dio. L'espulso dagli uomini, il perseguitato, l'offeso viene - mentalmente e spesso materialmente - cacciato dal consorzio dei "forti", dei "puri", ossia dei violenti orpellati da Dio.
     Gettato fuori dalla "città degli uomini" egli si trova nel "deserto": ma il deserto è il luogo dove Dio domina: il diavolo tenta Gesù nel deserto, dimenticandosi che lì abita Dio; alla fine prevalgono gli angeli "che lo servono".  

Cacciato dagli uomini, il perseguitato si trova automaticamente nel territorio di Dio, dove Dio ha aiutato un intero popolo con la manna.
     La manna di Dio nutre, consola. Purtroppo i palati beceri, trovano insipida la manna di Dio e si lamentano. I palati educati sanno assaporare il "cibo levissimo", il cibo delicato.
     L'esser estromessi dall'uomo (anche la semplice critica è già un'estromissione), all'inizio provoca la reazione della vendetta e poi la prostrazione della depressione (vedi Agar), ma se il gusto lentamente si affina, l'ultimo risultato è che nel deserto si assapora la cortese vicinanza dell'Amore del Padre.

GCM, 02.07.03.