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Redenzione

Nella vita ci imbatteremo sempre in persone bene intenzionate e zelanti che per invidia ci combatteranno e umilieranno, quando non tenteranno di imbavagliarti e imbrigliarti.
     La ribellione intima contro questi ammalati di invidia e di potere, è un dono di Dio, che ama te e la tua dignità.
     La domanda spontanea: "Perché Dio permette questa nostra sofferenza?".

Se guardo a ritroso non capisco nulla, perché a Dio non interessa il mio passato se non per perdonare o per gioire. Dio prende la mia realtà presente (Lui che è sempre presente), realtà imbibita di sofferenza e vuole condurla a mio giovamento.
     Gesù di sé disse: "Cristo doveva patire per entrare nella gloria". Gesù guarda in avanti.
     Il nostro sguardo può fermarsi sul passato, per scoprire le dinamiche perverse che conducono i persecutori a insolentire.
     Questo può aiutare a seguire la parola di Gesù: "Guardatevi dagli uomini … vi perseguiteranno!".

Però, mi chiedo, se la persecuzione non viene condotta contro il mio credere in Gesù, ma soltanto contro il mio agire semplice e corretto, posso scorgere nella persecuzione a me, anche la persecuzione al "profeta"? - Sì, perché ogni bene conculcato, è offesa esplicita o implicita a Dio.Tuttavia la mia riflessione, per adeguarsi a Dio, deve guardare nella stessa direzione di Dio: "Doveva patire in vista della gloria". Cercare di capire dove mi porterà l'umiliazione. Ossia aver fiducia nel Padre, che, per me suo figlio amato, sa ricavare il bene dal male, il fiore dal letame.
     Allora la ricerca mia si rivolge ad altro: quanto amore ha il Padre per me in questa dolorosa situazione? Come si realizza anche ora la sua opera di salvezza? Come potrà giovare al mio amore per lui questa mia umiliazione? Per esempio, nell'aumento della mia confidenza in lui?  
GCM, 08.05.03